Al cinema Maschile Plurale di Alessandro Guida: una commedia romantica che mostra anche il mondo delle case famiglia LGBTQ+
Claudio Finelli
Il 15 febbraio, arriva finalmente nelle sale cinematografiche il film Maschile Plurale di Alessandro Guida, attesissimo sequel di Maschile Singolare, pellicola del 2021, diretta dallo stesso Guida, che aveva riscosso un ottimo riscontro di critica e di pubblico, conquistando numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero, soprattutto per l’immediatezza e l’autenticità con cui aveva affrontato la narrazione relativa all’amore omosessuale.
Questa la trama: qualche anno dopo la morte di Denis, Antonio e Luca si incontrano nuovamente. Antonio (Giancarlo Commare) è diventato un pasticciere di successo mentre Luca (Gianmarco Surino) ha conosciuto Tancredi (Andrea Fuorto), che lavora in una casa-famiglia per giovani Lgbtq+ e che lo ha aiutato a superare un momento difficile della sua vita. Quando i due si ritrovano, Antonio capisce di provare dei sentimenti per Luca e gli propone di rilevare insieme il forno di famiglia che l’amico è stato costretto a vendere. Un’avventura che in realtà ha come scopo la riconquista di Luca. Nonostante lo scetticismo di Cristina (Michela Giraud), l’amica storica, Antonio tenta di sabotare la relazione di Luca, convinto che il passato sia tornato per aiutarli. Come va a finire, lo scopriranno gli spettatori in sala.
Per saperne di più su questo nuovo progetto cinematografico, che rinnoverà sicuramente il successo di Maschile Singolare, raggiungiamo telefonicamente il regista Alessandro Guida.
Con Maschile Plurale, film sequel del fortunato Maschile Singolare, torni a raccontare una storia d’amore e d’amicizia tra personaggi Lgbtq+. A tuo parere, esiste un problema italiano relativo alla carenza di narrazioni a tematica Lgbtq+ ? C’è qualche regista e/o qualche film che ha particolarmente influenzato il tuo immaginario?
Nell’ultimo periodo, anche grazie ai progetti realizzati dalle piattaforme OTT (Netflix e Prime Video), c’è stato più spazio per le storie in cui i protagonisti appartengono alla comunità Lgbtq+. Ma anche in serie televisive Rai di enorme successo, come Mare Fuori e Un Professore, c’è stata più attenzione su queste tematiche. Un regista che ho sempre apprezzato è Peter Weir (L’attimo Fuggente, The Truman Show) per la capacità di girare storie emozionani senza mostrare troppo “la sua regia”. Mi ha colpito il suo talento nel dirigere gli attori e tirare fuori il loro talento.
Il tuo film parla d’amore e di relazioni affettive. Le persone omosessuali, secondo te, hanno più difficoltà a vivere serenamente le relazioni affettive? Quanto pesa il minority stress patito dalla comunità Lgbtq+ nella capacità di vivere serenamente le relazioni sentimentali?
Nei nostri due film abbiamo deciso di raccontare storie in cui i protagonisti non hanno “solo” problemi dovuti al loro orientamento sessuale. Quindi non abbiamo affrontato temi come: coming out difficili, l’impossibilità di adottare, la gpa… ma forse l’originalità è proprio questa: i personaggi principali appartengono alla comunità Lgbtq+ ma vivono vicende comuni. Problemi che hanno tutti.
Nel tuo film, tra gli interpreti giovani attori già affermati come Giancarlo Commare, Gianmarco Saurino e Michela Giraud. Come è stato lavorare con questo cast? Hai mai trovato resistenze, da parte degli attori, ad interpretare personaggi Lgbtq+? L’omofobia, secondo quella che è la tua esperienza, condiziona anche l’ambiente del cinema?
La nuova generazione di attori e attrici è molto più disponibile ad accettare questi tipo di ruoli e non ci sono resistenze. E ho notato una costante attenzione da parte di tutti a non scadere in interpretazione-macchiette, ma anzi si cerca sempre di restituire credibilità e allo stesso tempo emozionare.
Quale motivazione dovrebbe spingere le nostre lettrici e i nostri lettori a vedere il film Maschile Plurale?
Per scoprire un mondo poco esplorato nel cinema italiano come quello delle case famiglia Lgbtq+ che ospitano ragazze e ragazzi cacciati di casa e che devono ripartire. Mostrare come le persone più grandi della comunità -anzi tutti- possono dare qualcosa a giovani meno fortunati. Il film poi è allo stesso tempo una commedia romantica divertente e scorrevole, ma affronta in modo originale e diretto tematiche poco esplorate nel cinema italiano.