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Fede e persone LGBTQ+: svolta nel Sinodo Italiano, la Chiesa chiede di “superare le discriminazioni”

Il documento finale del Cammino Sinodale approva il sostegno alle giornate civili contro l'omofobia e la transfobia. No ai GayPride. Il diaconato femminile è la proposta che piace meno: 188 i contrari alla sola ipotesi di studio.

Fede e persone LGBTQ+: svolta nel Sinodo Italiano, la Chiesa chiede di “superare le discriminazioni”

Costume & Società, Religione e fede

26 Ottobre 2025

Di: Radio Pride

Un “superamento dell’atteggiamento discriminatorio” verso gay e transgender da un lato, ma un netto freno sulla promozione del ruolo della donna dall’altro. Il Cammino Sinodale delle Chiese italiane, iniziato per volere di Papa Francesco e conclusosi sotto il pontificato di Leone, si chiude con un documento finale (“Lievito di pace e di speranza”) approvato a larghissima maggioranza (781 “placet” su 809 votanti), ma che rivela un’assemblea con diverse zone d’ombra.

Mentre si registra una svolta storica sulla pastorale per le persone omosessuali, il tema del diaconato femminile si conferma il più divisivo, raccogliendo il minor numero di consensi.

La Svolta: sostegno alle giornate civili contro l’omofobia e la transfobia

La novità più rilevante del testo di oltre 70 pagine è l’apertura al mondo LGBTQ+. Il documento, che ora diventa riferimento per gli orientamenti della Chiesa italiana, impegna le Chiese locali a “promuovere il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, così come dei loro genitori“.

Un passaggio che sposta l’accento dalla semplice accoglienza a un “riconoscimento” attivo.

Inoltre, il Sinodo fa un passo senza precedenti chiedendo formalmente che “la Cei sostenga con la preghiera e la riflessione le ‘Giornate’ promosse dalla società civile per contrastare ogni forma di violenza“. Il testo elenca esplicitamente tra queste le giornate contro “l’omofobia e transfobia”, affiancandole a quelle contro la pedofilia, il bullismo e il femminicidio. sulle Donne: la Proposta “che Piace Meno”.

Il “fraintendimento” sul Sostegno alle Giornate contro l’omotransfobia. No ai GayPride!

Sebbene la proposta di sostenere le giornate civili contro le discriminazioni sia passata, i dati del voto rivelano quanto il tema resti sensibile. La proposta  ha infatti registrato un numero di dissensi ampio, “rapportato agli altri quesiti”: su 822 votanti, i “no” sono stati 185, contro 637 “sì”.

Un dissenso che, secondo Mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del cammino sinodale, nasce da un “fraintendimento”. Castellucci ha spiegato che la proposta è stata male interpretata a causa di “interpretazioni circolate” che parlavano erroneamente di un “sostegno dei vescovi ai gay-pride“.

In realtà, come chiarisce il testo approvato, la proposta chiedeva un sostegno “con la preghiera e la riflessione” per le giornate che contrastano “ogni forma di violenza” e manifestano “prossimità verso chi è ferito o discriminato”, citando esplicitamente le giornate contro “la pedofilia, il femminicidio, il bullismo, l’omotransfobia”.

Piace meno l’apertura sul ruolo delle donne

Se sul fronte LGBTQ+ il Sinodo accelera, sul ruolo delle donne frena.

Il paragrafo più controverso è stato quello relativo al diaconato femminile. È importante sottolineare che il testo non proponeva l’istituzione delle donne diacono, ma si limitava a una timida apertura allo studio, chiedendo “che la Cei sostenga e promuova progetti di ricerca di Facoltà teologiche […] per offrire un contributo all’approfondimento delle questioni relative al diaconato delle donne”.

Nonostante la natura cauta della proposta, questo paragrafo è stato quello che ha ricevuto meno voti favorevoli in assoluto: su 826 votanti, i “sì” sono stati 625, mentre i “no” hanno toccato quota 188. Un numero alto di contrari che segnala una profonda spaccatura e una forte resistenza interna a qualsiasi progresso sul tema.

Un’apertura con molte cautele

Il “non altissimo consenso” sul tema delle donne si riflette anche in altre votazioni. Anche la proposta “circa l’ascolto delle persone ferite o escluse” — un ambito che tocca da vicino sia le donne che le persone LGBTQ+ — ha mostrato la stessa fatica.

Pur approvato, il paragrafo ha raccolto “solo” 672 voti favorevoli (l’81,35%) a fronte di ben 154 contrari. Questi numeri testimoniano come una parte significativa dell’assemblea sinodale rimanga arroccata su posizioni di chiusura, nonostante l’indirizzo generale.

Zuppi: “La logica del ‘si è sempre fatto così’ non ha avuto la meglio”

Soddisfatto per l’approvazione del documento nel suo complesso, il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, ha riconosciuto la fatica del percorso, ringraziando “quanti con resilienza si sono sobbarcati la fatica di rimettere mano al testo e di tessere faticosamente, le bellissime trame della comunione”.

Per Zuppi, il risultato dimostra che, nonostante le resistenze emerse nei voti, “davvero possiamo dire che la logica del ‘si è sempre fatto così’ non ha avuto la meglio“. Ora, ha concluso, “è compito dei pastori assumere tutto, individuare priorità, coinvolgere forze vecchie e nuove per dare corpo alle parole“.