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Il Governo italiano getta la maschera

L'Italia non firma la condanna a Orbán: una vergogna che isola il Paese

Il Governo italiano getta la maschera

News, Politica, Pride & memoria

30 Maggio 2025

Di: Luigi Amodio

Ormai non ci sono più dubbi: il governo italiano ha definitivamente gettato la maschera e si conferma alleato delle peggiori destre europee e mondiali. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e i loro ministri non hanno problemi – ormai senza alcuna vergogna – a schierarsi, anche contro l’Europa, con provvedimenti e politiche vergognose.
L’ultimo esempio, ma solo in ordine cronologico e ne vedremo ancora in futuro, è quello delle leggi anti LGBT+ e anti Pride del governo oscurantista della Ungheria di Orban.

20 Paesi dell’UE contro il divieto Pride di Orbán

Ben venti stati europei (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Svezia, Spagna, Cipro, Malta e Grecia) tra cui alcuni anche governati dalla destra, quella destra laica e liberale che l’Italia non ha mai avuto, hanno sottoscritto una dichiarazione che sottolinea la deriva dell’Ungheria: “Siamo profondamente allarmati da questi sviluppi, che sono contrari ai valori fondamentali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e del rispetto dei diritti umani”. Molto chiaro anche se, ad avviso di chi scrive, tardivo e timido, visto che ora sarebbe il momento di cominciare a sanzionare pesantemente l’Ungheria (se non di cacciarla definitivamente dall’Unione Europea) che da un lato usa le risorse comunitarie per i propri comodi, ma dall’altro non ne rispetta ormai più le regole.

L’Italia si schiera con i paesi dell’est 


L’Italia di Giorgia Meloni – in buona compagnia di Bulgaria, Croazia, Polonia, Romania e Slovacchia; e in linea con le politiche reazionarie di Trump negli USA – ha deciso vergognosamente di non unirsi a questo segnale (ripeto: timido e tardivo) lanciato a Orban, gettando definitivamente la maschera e mostrando al mondo intero come la pensa il suo governo.
Si tratta di una ragione in più per sottolineare la vicinanza di tutto il movimento LGBT+ italiano a quello ungherese e soprattutto a fare dell’Onda Pride italiana – che sta partendo proprio in questi giorni, con il Pride di Avellino del 31 maggio, che vedrà il suo culmine a giugno e luglio e che si chiuderà a settembre – un grande momento di visibilità delle nostre istanze e delle nostre parole d’ordine, lanciando il messaggio chiaro e forte che l’onda nera delle nuove destre radicali europee e mondiali non ci fa paura e che ogni giorno di più siamo pront* non solo alla resistenza, ma alla mobilitazione attiva e alla lotta.