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“L’omosessualità è stata una malattia”: la frase che incendia Sesto e mette a rischio l’assessore di FdI

Bufera politica su Antonio Lamiranda. Il PD e Arcigay ne chiedono le dimissioni, lui replica: "Mai detto, è una diffamazione. Ho solo riportato dati storici dell'OMS". Prof. Arcangeli: "Querelateci tutti".

“L’omosessualità è stata una malattia”: la frase che incendia Sesto e mette a rischio l’assessore di FdI

Omofobia, Politica, Transfobia

27 Agosto 2025

Di: Radio Pride

Sesto San Giovanni è al centro di una rovente polemica politica scatenata da un commento social di Antonio Lamiranda, assessore a Urbanistica, Strade e Ambiente in quota Fratelli d’Italia. Le sue parole sull’omosessualità hanno innescato una bufera, con una ferma condanna da parte delle opposizioni e la richiesta di dimissioni.

Tutto nasce da un commento a un post sul ritiro della pugile Imane Khelif. In questo contesto, l’assessore Lamiranda ha scritto: “L’omosessualità è stata o no classificata come malattia in Europa? Sì. È considerata malattia in altre parti del mondo? Sì. In alcuni è pure reato e si viene impiccati. Poi il politicamente corretto sistema tutto. Ma qualche scienziato prima del woke e del gender aveva messo nero su bianco trattarsi di malattia“.

Le affermazioni hanno immediatamente provocato la reazione del Partito Democratico locale. “È inaccettabile che un rappresentante delle istituzioni diffonda disinformazione, tanto più su un tema sul quale esiste da decenni un chiaro consenso scientifico: l’omosessualità non è una malattia“, ha dichiarato Marco Tremolada, segretario del PD di Sesto. Sulla stessa linea si è espresso il senatore di Italia Viva, Ivan Scalfarotto, che ha definito le parole di Lamiranda “invettive medievali” e “assolutamente insopportabili”. Anche Arcigay è intervenuta duramente, chiedendo le dimissioni immediate dell’assessore, giudicandolo “non idoneo a ricoprire un ruolo pubblico” perché le sue parole “alimentano stigma e odio”.

La difesa dell’assessore: “Fake news, mi tutelerò legalmente”

Di fronte al coro di critiche, Antonio Lamiranda ha affidato a un lungo post la sua controreplica, accusando il PD di aver creato una “fake news” e di aver distorto le sue parole in malafede.

Mai affermando l’omosessualità o la transessualità essere malattie“, scrive Lamiranda. L’assessore sostiene di aver semplicemente riportato dati storici, ricordando come “l’Organizzazione Mondiale della Salute avesse ritenuto, per diversi anni, l’omosessualità un disturbo mentale” fino al 1990. Secondo Lamiranda, il PD avrebbe trasformato la sua affermazione storica (“l’omosessualità è stata considerata una malattia”) in un’opinione personale presente (“l’omosessualità è una malattia”), un “virgolettato che non esiste” e che costituisce una “chiara diffamazione aggravata“. L’assessore ha concluso volendo ricordare che oltre ad essere un rappresentante delle istituzioni è un genitore e che Mai un un padre direbbe di suo figlio omosessuale che è malato e ha annunciato di volersi tutelare nelle sedi opportune per ristabilire la sua onorabilità. La vicenda resta aperta, evidenziando una profonda spaccatura politica e culturale su temi estremamente sensibili.

L’analisi di Massimo Arcangeli: “Querelateci tutti”

Sulla vicenda è intervenuto con una dura riflessione anche il professor Massimo Arcangeli, sulle pagine de Il Fatto Quotidiano, sfidando apertamente la difesa dell’assessore.

Arcangeli interpreta il commento di Lamiranda in modo netto: “Non fosse stato per il politicamente corretto intervenuto a ‘sistemare tutto’ con la cultura woke e l’’ideologia gender’, secondo l’assessore, la strada ci sarebbe già stata indicata: i gay sono malati. […] Più chiaro di così si muore“.

Il professore contesta frontalmente la ritrattazione di Lamiranda, che nega di aver scritto ciò che ha scritto, e lancia una provocazione: “Poniamo che il personaggio in questione, anziché chiedere scusa, reagisca all’indignazione generale con una dichiarazione in cui neghi di aver scritto quel che ha scritto, sebbene lo abbia scritto, minacciando di sporgere querela per diffamazione contro i presunti falsificatori delle sue parole. […] Se è così, se tutto questo è vero, allora querelateci tutti“.

Arcangeli, inoltre, sottolinea come il comunicato del PD sia pienamente aderente a quanto scritto dall’assessore, smontando l’accusa di diffamazione. Per rafforzare la sua tesi su un preciso orientamento di pensiero di Lamiranda, il professore riporta un altro suo post, in cui l’assessore parla della “maggioranza americana” che avrebbe rieletto Donald Trump perché “ghettizzata dalla dittatura delle minoranze woke, LGBT e sottospecie varie“.

La conclusione di Arcangeli è amara: che si tratti di Fratelli d’Italia o della Lega, “è una mera questione di sfumature, fra il nero vivo dell’odio manifesto e il grigio cupo del disprezzo illividito. L’arcobaleno può attendere“.