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Torino Pride 2025: una marcia di resistenza, inclusione e diritti

Attese oltre 150 mila persone per la grande manifestazione del 7 giugno: diritti civili, inclusione e resistenza al centro del Torino Pride 2025

Torino Pride 2025: una marcia di resistenza, inclusione e diritti

Pride & memoria

6 Giugno 2025

Di: Fabiano

Il 7 giugno l’onda pride travolge Torino. La marcia prende avvio alle ore 16:30 dal corso Principe Eugenio e arriverà in piazza Vittorio alle ore 20:00 circa. La manifestazione è una rivendicazione di libertà non solo sessuale ma anche di diritti civili, oggi più che mai a rischio. La visione di Torino è quella di una città aperta, cosmopolita e Europea, inserita nel cuore del Vecchio Continente e per tanto sempre vigile a quello che succede all’interno e all’esterno dei confini nazionali. Torino si prepara ad ospitare l’Europride 2027, una gioia enorme per la città, un forte segnale contro le politiche estremiste in Italia come in Europa.

Per questo il motto di quest’anno è senza esclusione di corpi

Il messaggio che, gli organizzatori del pride, tra cui Luca Minici, hanno voluto ricordare è quello di un atto di Resistenza in cui nessun corpo, nessuna famiglia può essere limitata ma che anzi deve lottare e reagire contro le discriminazioni. Quello che con questo pride si vuole fare non è una semplice manifestazione ma un atto di Resistenza.  Sebbene il pride non avrà una madrina ufficiale, la super ospite di quest’anno sarà Big Mama, la scelta dice Luca, “non è casuale, ma è dovuta al fatto che lei incarna tutti i valori in cui crediamo e condivide  le battaglie della nostra comunità”.

I valori che muovono questo pride sono vari per tanto si invita alla lettura del Manifesto politico per esteso a questo link: https://www.torinopride.it/documento-politico-torino-pride-2025/. Tuttavia come afferma Luca Minici, il manifesto non è solo la rappresentazione di una battaglia ma è volutamente intersezionale abbracciando più lotte e più cause “al suo interno non sono presenti solo i punti chiave per la comunità queer come la necessità di una legge contro l’omolesbobitransfobia, il matrimonio egualitario e il riconoscimento giuridico delle famiglie arcobaleno, ma anche un richiamo al cessate il fuoco in Palestina, la fine del Genocidio in atto, e il riconoscimento della comunità Romaní come minoranza etnico-linguistica in Italia”.

L’interesse per la marcia arcobaleno è aumentato col tempo. L’anno scorso hanno partecipato circa 150 mila persone e quest’anno si spera di superare quella cifra. Il Pride è un momento molto sentito fra i cittadini in quanto esso rappresenta una manifestazione generale attraverso cui esprimere una forte critica e il proprio dissenso verso le politiche attuali oltre che noi stessi. E oggi più che mai tale atto è doveroso e necessario.

“Questo è uno dei periodi più bui della storia contemporanea e il Governo non si preoccupa dei vuoti normativi ma anzi li sfrutta per dare spazio a norme che usa a proprio piacere contro la comunità LGBTQIA+. Quello che chiediamo è di non essere ignorati. Tuttavia, laddove non arriva il governo, ci sono le associazioni come Centro Porto Sicuro che offre uno sportello di ascolto e accoglienza dedicato alle persone LGBTQIA+ che subiscono discriminazioni e violenza per l’orientamento sessuale e l’identità di genere.