icon cerca

In Colombia, la drammatica storia di Sara Millerey Gonzalez, donna trans picchiata e gettata nel fiume

Tanya Di Martino, donna trans e presidente del Coordinamento Campania Rainbow commenta: «spero che il coraggio di Sara sia da sprone per aumentare e rafforzare le lotte contro la disumanizzazione e l’indifferenza verso la comunità LGBTQ+»

In Colombia, la drammatica storia di Sara Millerey Gonzalez, donna trans picchiata e gettata nel fiume

Cronaca, Transfobia

19 Aprile 2025

Di: Claudio Finelli

Lo scorso lunedì 7 aprile, una donna trans di 32 anni, Sara Millerey González, è stata gettata nel fiume Playa Rica ad Antioquia, in Colombia, dopo essere stata vittima di una brutale aggressione nel corso della quale le sono state fratturate braccia e gambe.
Mentre Sara lottava inutilmente per non affogare, i passanti, invece di aiutarla, hanno ripreso la tragica scena con i propri dispositivi digitali e hanno poi postato. La donna transgender è stata abbandonata crudelmente e lasciata annegare dopo che i malviventi l’hanno picchiata senza pietà, fratturandole braccia e gambe. Invece di aiutare Sara, i passanti, con incredibile disumanità “digitale”, hanno reso virale il video della sua tragedia.

In Colombia uccise almeno 24 persone LGBTQ+ nel 2025

La Corporación Caribe Afirmativo riporta che dall’inizio del 2025, in Colombia sono state uccise più di 24 persone LGBTQ+. Una cifra probabilmente inferiore a quanto non accada realmente nel Pese latino, in quanto molte aggressioni a persone LGBTQ+ non vengano classificate come tali.
In Colombia i casi di transfobia sono in drammatico aumento e, secondo quanto emerge dai dati ufficiali, tra gennaio e ottobre 2024, l’ufficio del Difensore civico per i diritti umani ha gestito ben 258 casi di violenza transfobica.


in foto Tanya Di Martino, presidente Coordinamento Campania Rainbow 

Tanya Di Martino, donna trans e presidente del Coordinamento Campania Rainbow, ha commentato la drammatica vicenda di cronaca per Radio Pride: «Come donna trans il mio pensiero si macera nel cercare di capire, di concepire, perché ci sono persone tanto invasate da interrompere una giovane vita solo perché, per loro, non rappresenta la normalità. Ma chi siamo noi per giudicare, per pensare di essere superiori alle persone che abbiamo intorno? Come attivista LGBTQ+ spero che il coraggio di Sara -il coraggio di vivere la sua vera essenza – sia da sprone per aumentare e rafforzare le lotte contro la disumanizzazione e l’indifferenza verso la comunità LGBTQ+. Spero che le persone che hanno compiuto questo vile gesto vengano consegnate alla giustizia e che le persone che hanno “scelto” di filmare la scena, invece di aiutare, vengano puniti nella stessa maniera»