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Colombia, biologo italiano adescato su Grindr, ucciso e fatto a pezzi da un gruppo di criminali

Proseguono le indagini sulla morte del giovane ricercatore italiano adescato su un’app di incontri, sequestrato, ucciso e smembrato dalla banda della scopolamina

Colombia, biologo italiano adescato su Grindr, ucciso e fatto a pezzi da un gruppo di criminali

Cronaca, News, Omofobia

3 Maggio 2025

Di: Fabiano Esposito Moccia

Alessandro Coatti, biologo italiano trentottenne di Alfonsine nel ravennate, è stato trovato ucciso a Santa Marta in Colombia, il 6 aprile 2025, adescato su Grindr, da una banda criminale che aveva organizzato l’incontro, poi l’ha ucciso e fatto a pezzi.

Sono ancora poco chiare le dinamiche che ruotano intorno all’omicidio del giovane ricercatore italiano, del quale non si avevano più notizie dal 3 aprile, giorno del suo arrivo a Santa Marta. Secondo alcune ricostruzioni, il ricercatore sarebbe stato vittima di una trappola organizzata da una banda specializzata in rapine rivolte proprio a turisti.

Tuttavia, l’autopsia sul corpo di Alessandro Coatti mostra una furia omicida che spiazza tutti. Il ricercatore sarebbe stato sequestrato, portato in un luogo fatiscente, drogato con la scopolamina, una sostanza pericolosa spesso usata da bande criminali per rendere le vittime manipolabili, ucciso e fatto a pezzi. Infine, i resti sono stati nascosti in alcune valigie.

Non è un caso isolato, le bande criminali in Colombia sono varie e molto pericolose, per locali e turisti, ma probabilmente dietro la morte di Alessandro si nasconde anche l’odio omofobico. Apertamente omossessuale, il ricercatore è stato adescato su Grindr, nota app di incontri gay, e spesso queste bande colpiscono persone LGBTQIA+ in particolare stranieri, con questo sistema ben collaudato che utilizzano per infliggere loro una lezione.

Di questo ne è convinto anche Felix Cossolo, storico attivista LGBT che in un post su Facebook aveva invitato le autorità a non escludere la pista omofobica. A distanza di giorni, anche le autorità colombiane e l’ambasciatore italiano a Bogotà Giancarlo Maria Curcio non escludono questa ipotesi avvalorata dalla crudeltà dell’omicidio e dall’uso di potenti droghe.

Al momento sono quattro le persone indagate, tre uomini e una donna, ma le autorità colombiane continuano a indagare mentre i genitori di Alessandro Coatti aspettano ancora il rientro della salma del proprio figlio.