icon cerca

Procreazione assistita, sentenza storica della Consulta: sì al riconoscimento di entrambe le mamme

Una battaglia vinta dalla coppia: “Un calvario, ma oggi posso dire che ne è valsa la pena”. Roccella: “Cancellare papà e mamma non è un progresso"

Procreazione assistita, sentenza storica della Consulta: sì al riconoscimento di entrambe le mamme

Diritti civili, News, Politica

22 Maggio 2025

Di: Francesca Saccenti

Da oggi non ci saranno più figli di serie A e B, entrambe le madri potranno riconoscere i bambini nati attraverso la procreazione medicalmente assistita, praticata nei Paesi in cui è legale, senza più il bisogno di ricorrere all’adozione in casi particolari. L’articolo 8 della legge numero 40 del 2004 è stato dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale sulla base di due principi, che riguardano la responsabilità (“derivante dall’impegno comune che una coppia si assume nel momento in cui decide di ricorrere all’eterologa per generare un figlio, impegno dal quale nessuno dei due genitori, e in particolare la cosiddetta madre intenzionale, può sottrarsi”) e la centralità dell’interesse del minore. La pronuncia numero 68, depositata oggi, segna un passo fondamentale in tema di diritti aprendo le porte alle famiglie arcobaleno: diventano incostituzionali tutte quelle impugnazioni che hanno tolto dai certificati di nascita il cognome della mamma intenzionale.

La battaglia di Isabella e Glenda

La questione, sollevata dal Tribunale di Lucca, ha come protagoniste le avvocatesse Glenda Giovannardi e Isabella Passaglia, due mamme di una bambina di tre anni e un bimbo di due. Il 3 aprile del 2023 nasce il secondo figlio a Lido di Camaiore in Toscana, dopo la scelta di concepirlo attraverso la PMA a Barcellona. Ma la nascita avviene un mese dopo la circolare del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ne vieta il riconoscimento. “Era una cosa che ci faceva stare male il fatto di avere una figlia riconosciuta e uno no – ha dichiarato Isabella – Provavo rabbia, è stato difficile, un calvario ma oggi posso dire che ne è valsa la pena. Sinceramente non pensavo che saremmo arrivate noi alla Corte costituzionale, ci speravamo”.

“No al mutamento antropologico”

Se da una parte c’è chi festeggia, dall’altra c’è chi storce il naso come nel caso della ministra della Famiglia, Eugenia Roccella: “Cancellare per scelta dalla vita dei bambini il ‘papà’ o la ‘mamma’, che nessuna tecnica riproduttiva potrà mai eliminare, resta un mutamento antropologico che non potremo mai considerare un progresso sulla via dei diritti, ma la sottrazione al bambino di uno dei suoi diritti fondamentali”. Sull’altro fronte scende in campo la sinistra. “È una sconfitta politica pesante per tutti coloro che hanno fatto della discriminazione una bandiera e una crociata sulla pelle dei bambini. Oggi – affermano la segretaria del Pd Elly Schlein e il responsabile Diritti del partito, Alessandro Zan – la Corte chiarisce che quella crociata è fuori legge, contro la Costituzione. Vale anche per questo governo che ha usato le famiglie arcobaleno come bersaglio politico, trascinando genitori e bambini nei tribunali, negando affetti, diritti e dignità”. 

La Consulta

“La Corte – si legge nel comunicato – dopo aver precisato che la questione non attiene alle condizioni che legittimano l’accesso alla PMA in Italia – ha ritenuto che l’attuale impedimento al nato in Italia di ottenere fin dalla nascita lo stato di figlio riconosciuto anche della donna che ha prestato il consenso alla pratica fecondativa all’estero insieme alla madre biologica, non garantisca il miglior interesse del minore e costituisca violazione dell’articolo 2 della Costituzione, per la lesione dell’identità personale del nato e del suo diritto a vedersi riconosciuto sin dalla nascita uno stato giuridico certo e stabile; dell’articolo 3, per l’irragionevolezza dell’attuale disciplina che non trova giustificazione in assenza di un controinteresse di rango costituzionale; dell’articolo 30 perché lede i diritti del minore a vedersi riconosciuti, sin dalla nascita e nei confronti di entrambi i genitori, i diritti connessi alla responsabilità genitoriale e ai conseguenti obblighi nei confronti dei figli”.