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Voto: via le barriere di genere, addio discriminazioni al seggio

Decreto legge Elezioni, un passo in avanti verso la parità di genere. Cristalli (Arcigay): “Quando le lotte marciano in parallelo e si incrociano, i risultati sono positivi per tutti e tutte"

Voto: via le barriere di genere, addio discriminazioni al seggio

Diritti civili, Politica

15 Maggio 2025

Di: Francesca Saccenti

Niente più file separate ai seggi, le liste degli elettori non saranno più divise a seconda del genere. A deciderlo il neo disegno di legge (D.L. 27/2025 – Disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali e referendarie), approvato in via definitiva alla Camera e convertito in legge, che smantella di fatto la norma precedente. Un passo verso la parità, utile per eliminare le lunghe code durante le consultazioni. Tra le nuove introduzioni, proposte dai democratici e presenti nel testo, c’è anche un cambiamento che riguarda le donne coniugate o vedove: non dovrà essere più indicato il cognome del marito all’interno del registro elettorale.

“Credo che abbiamo portato a casa un buon risultato. Non era scontato – spiega a RadioPride Christian Leonardo Cristalli, responsabile Diritti persone Trans di Arcigay -. La battaglia che abbiamo vinto va avanti dal 2017, noi come comunità in Italia ci siamo mobilitati affinché si facesse luce sulla questione di genere all’interno delle operazioni elettorali. Attraverso campagne di sensibilizzazione, come ‘Io Sono, Io Voto’, abbiamo spiegato quali fossero le barriere e gli ostacoli. In alcuni casi abbiamo assistito a dei veri e propri coming out forzati.


Christian Leonardo Cristalli (Arcigay)

“Una regola anacronistica” appartenente al passato, che ha alimentato le discriminazioni per le persone non binarie o in fase di transizione, come è stata ribattezzata dalla senatrice del PD e prima firmataria del disegno di legge, Cecilia D’Elia. Il prossimo step sarà quello di cambiare le liste, una corsa sfrenata verso il referendum di giugno.


Cecilia D’Elia (PD)

Tra le novità introdotte nel 2025 c’è anche la durata delle operazioni di voto che sarà più lunga. Le consultazioni si svolgeranno la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15, al fine di contrastare il fenomeno dell’astensionismo. “Già una sentenza della corte del Tribunale di Bologna si muoveva in questa direzione – continua Cristalli -. Sulla base della pronuncia Cecilia D’Elia, l’onorevole del PD, ha introdotto la proposta che è passata prima in Senato e poi alla Camera. Non sappiamo in vista del referendum dell’8 e del 9 giugno cosa succederà, io temo che, essendo in Italia, le tempistiche saranno molto più lunghe. Se c’è la possibilità di realizzare i nuovi registri, faccio un appello: Facciamolo! Più che sperare l’intento è quello di organizzarsi promuovendo dei seminari per informare sulla necessità di partire”. E sulla vittoria il responsabile taglia corto: “È un esempio di transfemminismo. In questi tempi così oscuri non sempre il movimento femminista e quello per i diritti trans sono allineati, come è avvenuto nello UK sul caso della sentenza dei bagni pubblici. Spesso ci troviamo di fronte a un’onda transfemminista escludente e radicale. Le nostre battaglie non cancellano le loro. Con il decreto legge Elezioni le forze si sono unite, ci sono stati benefici evidenti in quanto oltre alla rimozione della divisione di genere, nel registro è prevista la cancellazione del cognome del coniuge per le donne sposate o vedove. Viene riconosciuto il principio di autodeterminazione. Quando le lotte si portano avanti in parallelo e si incrociano, i risultati sono positivi. L’intersezionalità è un punto su cui lavorare”.