Intersessualità: differenze e stereotipi di una comunità invisibile

Intersessualità

Nell’immaginario comune, la stessa e semplice concezione di persona intersessuale risulta distorta, connotata da stereotipi e convinzioni totalmente errate: in molti non sono in grado di discernere l’intersessualità dalle identità di genere, incapaci di comprendere che l’essere transgender non coincide — non in automatico, almeno — con l’essere intersessuale.

Per chiarire al meglio questa ambiguità e il perché si tratti di informazioni che esulano dalla realtà, è necessario partire dal principio, dunque proprio dalle definizioni.

Una persona intersessuale è considerata tale nel momento in cui i suoi caratteri sessuali (come i cromosomi, le gonadi e i genitali) non rientrano nel tipico binarismo maschio-femmina; parliamo dunque di differenze fisiche che, in buona parte dei casi, esulano totalmente dall’identità di genere effettiva della persona.

Al contrario, una persona transgender è tale nel momento in cui l’identità di genere assegnata alla nascita non coincide con il genere effettivo della stessa; parliamo, in questo caso, di un disagio che può sì rientrare nella discordanza tra identità e caratteristiche sessuali, ma non necessariamente.

La confusione insita nell’immaginario comune è pertanto dovuta alla necessità di identificarsi in generi che differiscono da quelli assegnati alla nascita (sempre presente nel secondo gruppo ma solo in alcuni casi nel primo), portando i più a considerare indispensabili terapie ormonali e interventi chirurgici.

La realtà dei fatti è che nulla di tutto ciò corrisponde al vero: come non tutte le persone transgender ricorrono né sentono l’esigenza di terapie ormonali e/o interventi di affermazione di genere, lo stesso è valido per le persone intersessuali.

Più nello specifico, le persone intersessuali sono spesso vittime di “correzioni” per la loro condizione, effettuate in età infantile sotto consenso genitoriale e suggerimento medico. Essendo però una condizione non necessariamente pericolosa per la propria salute fisica – non lo è quasi mai – questo tipo di interventi, con l’unica finalità di “riallineare” il bambino o la bambina a degli standard binari, è artefice di traumi fisici e mentali nelle persone intersessuali. Perché non tutte le persone intersessuali vorrebbero un corpo differente; perché non tutte vorrebbero essere obbligatoriamente maschi o femmine, uomini o donne con caratteristiche sessuali binarie.

Arrivati a questo punto, dovrebbe essere ormai chiaro perché questi due gruppi non possono e non devono essere mescolati: nonostante le similitudini, persone intersessuali e persone transgender hanno esigenze e lotte spesso differenti – ma che coincidono nell’unico desiderio di voler scegliere per se stessi.

Samuel Matrone

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