Caserta e Atripalda. Centro antidiscriminazione LGBTQI+, nuova ipotesi di stallo per la riapertura. Manca una firma dal Comune. Oggi incontro-veritá.

Salvatore Piro

Centro antidiscriminazioni LGBTQ a Caserta, nuova ipotesi di stallo per la riapertura. Il coordinatore del progetto, Bernardo Diana (Arcigay) svela: “C’è un incontro decisivo al Comune. Speriamo di chiudere la questione e arrivare al rinnovo della convenzione”. L’incontro verità si terrà oggi, Lunedì 11 Dicembre 2023, presso gli uffici comunali in Piazza Vanvitelli. Senza la firma necessaria della giunta di centrosinistra – partner di progetto – la riapertura del Centro entro il prossimo 31 dicembre, finanziato tramite fondi UNAR (ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali), è a serissimo rischio.

“Siamo comunque fiduciosi. Mi aspetto che l’amministrazione comunale appoggi la riapertura” prosegue per Radio Pride Diana: giovane, 30 anni, consulente assicurativo. il suo è uno dei centri antidiscriminazioni più attivi in Campania. Il progetto, oltre che nella città di Caserta, è attivo ad Atripalda, in provincia di Avellino. Qui, a differenza che a Caserta, l’amministrazione comunale ha già fornito l’ok per il rinnovo della convenzione che comprende l’utilizzo di locali pubblici per svolgere svariate attività anti discriminatorie e a tutela della comunità LGBTQ.

La prima annualità, ufficialmente chiusa il 1 agosto scorso dopo 16 mesi di operatività continua, è stata un vero successo. Il Centro LGBTIQ di Caserta, in via San Gennaro, all’interno del cortile del Palazzo dei Vescovi, meglio conosciuto come ex Caserma Sacchi, ha infatti gestito in poco più di un anno 1911 telefonate al Telefono Amico e 1474 ore gratuite di psicoterapia e di supporto legale alle persone LGBTI+. Il Centro ha inoltre erogato centinaia di test di screening rapido dell’HIV, della sifilide e dell’epatite C, creato momenti di formazione e di sensibilizzazione. Ad Atripalda, invece, è stata fornita assistenza psicologica e legale “in favore di circa 15 utenti”.

“Abbiamo assistito, principalmente, 30enni che hanno denunciato discriminazioni in ambito lavorativo. Si tratta dei due terzi di coloro che, quest’anno, hanno deciso di denunciare e di rivolgersi al nostro centro. Per il resto – prosegue Diana – si tratta di adolescenti che frequentano la Scuola Secondaria, tra i 15 e i 16 anni d’età”. Non mancano anche gli over 50, che hanno denunciato discriminazioni subite in ambito familiare. “Forse – confessa Diana – perchè non hanno avuto l’opportunità o il coraggio di fare coming-out molto tempo prima”.

Il progetto, ora a rischio rinnovo, è gestito in partnership da Associazione Rain Arcigay Caserta e Apple Pie LGBT Avellino – Comune di Caserta – Comune di Atripalda in collaborazione con l’Ordine Regionale Psicologi Campania. “Un grande lavoro di rete, anche a carattere regionale, sarebbe un peccato vanificarlo” conclude Diana.

Del resto, a Caserta, il pericolo di stallo non è nuovo. Lo scorso 4 settembre, il rischio chiusura fu pubblicamente denunciato a livello politico. La stessa Rain Arcigay Caserta, in un comunicato, si disse rammaricata nell’apprendere “la mancata adesione alla convenzione di rinnovo con l’UNAR per garantire l’apertura e il funzionamento dei Centri anti discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere a Caserta e ad Atripalda uniti da un unico progetto chiamato “Il Centro”.

Raffaele Giovine, consigliere comunale eletto con la lista di centrosinistra “Caserta Decide”, nell’occasione fu durissimo, interpellando anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, e la responsabile del PD a Caserta, Susanna Camusso.

Aspra, verso il PD, fu la nota di Giovine: “Il centrosinistra che fa scelte di questo tipo è molto lontano dal progressismo, dalla difesa dei diritti dei più deboli e delle persone discriminate. Mi chiedo cosa significano i valori se quando si governa si sceglie di fare il contrario. Il Centrosinistra tutto ed il Pd in particolare dovrebbero fare una seria riflessione su quali figure istituzionali possano davvero rappresentarne la linea politica e tradurla in scelte amministrative“.

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