L’Italia non rispetta i propri figli e le proprie figlie.

Manlio Converti, Psichiatra e presidente dell’associazione “AMIGAY”, Associazione Medici Italiani Good As You.

L’Italia non rispetta i propri figli e le proprie figlie, questo è un problema delle associazioni e dei politici che perfino da sinistra, ma sempre più andando verso destra, quando questi figli sono LGBTI, non sanno cosa dire e se ne escono con espressioni offensive e idee a dir poco deliranti. Qui si evita di usare la Schwa non per evitare un’altra polemica sterile ma perché il mio PC non la contiene.

Dobbiamo partire invece dall’assunto scientifico che si nasce LGBTI, e questo include anche tutte le persone fluide e quelle che da minori sono gender variant o effeminate o che da adolescenti desistono.

Si è LGBTI non per modifiche dovute alla educazione o alle relazioni con la madre e con il padre e questo lo sappiamo fin dagli studi di psicoanalisi di Isay, pubblicati negli anni ’90.

La certezza del percorso preciso per cui si diventa L G B T I E Q F o G non esiste, ma abbiamo numerosi studi che, soprattutto per l’identità di genere, dimostrano che diverse strutturazioni genetiche, ma soprattutto epigenetiche, si attivino nel terzo trimestre di gravidanza, producendo tutte le identità di genere esistenti al mondo.

Abbiamo soprattutto gli studi scientifici, che oggi nei Paesi anglofoni si avvantaggiano della Anagrafica Inclusiva, per cui si hanno dati epidemiologici certi su tutta la popolazione e non solo quelli provenienti dai centri per la Affermazione del genere o quelli attraverso i canali Social delle associazioni LGBTI.

Questi studi ci dicono soprattutto che il clima sociale, familiare, scolastico, sportivo, religioso, che i minori subiscono fin dalla nascita determinerà solo la loro Capacità di Resilienza o il loro Minority Stress, non il loro orientamento sessuale e neppure la loro identità di genere.

A me dispiace dovere far notare che tutte le associazioni omo-transfobiche ed i politici omo-transfobici che pretendono di crescere dei figli sani o stanno perdendo tempo o stanno facendo solo dei danni.

L’educazione familiare non cambierà mai l’orientamento sessuale e l’identità di genere dei figli. Se sono LGBTI saranno LGBTI, se non sono LGBTI non saranno LGBTI, se sono fluidi, effeminati o desistenti, saranno fluidi, effeminati o desistenti. Non potete fare nulla per cambiarli, solo rovinare le loro vite o accoglierli per quel che sono (ossia LGBTI) e renderli dei cittadini con diritti sanitari, sociali e civili paritari.

Al contrario è elevatissimo il rischio di crescere dei figli e delle figlie pieni di pregiudizi verso altre persone LGBTI o contro sé medesimi, nel caso fossero appunto LGBTI.

In pratica l’educazione familiare, scientificamente, oggi sappiamo che ha due strade:

  1. La piena accoglienza ed il sostegno ai figli e figlie LGBTI, anche quando fluidi o desistenti;
  2. La frustrazione dei propri figli e figlie LGBTI con effetti drammatici sulla loro vita futura a causa dei traumi infantili (detti ACE) provocati dal clima omo-transfobico familiare e da eventuali tentativi “correttivi” della loro virilità o femminilità.

Bisogna aggiungere che il punto due implica un punto tre, molto più frequente, quello di crescere figli che maltratteranno donne e persone LGBTI e figlie che si faranno maltrattare e che maltratteranno le persone LGBTI, perché omo-transfobia e misoginia sono parenti strettissimi.

La qualità di vita e la speranza di vita delle persone LGBTI, in particolare quelle transgender o gender non conformi, dipende esclusivamente dal vivere in un ambiente familiare, sociale, sanitario, istituzionale, tradizionale accogliente nei loro confronti, rispettoso della loro identità, anche quando essa sia fluida, effeminata o desistente nel tempo.

Passiamo allora ai due casi di cronaca:

  1. Il raro caso di un ragazzo transgender incinto al quinto mese;
  2. Le ispezioni persecutorie alle strutture per Minori Gender Variant quali il Careggi.

Il primo caso è raro e pertanto solo simbolico, ma alcune informazioni precise devono essere date a tutte le persone gender variant e ai loro genitori:

  1. Le persone gender variant e transgender possono avere qualunque orientamento sessuale;
  2. Il Testosterone, gli Estrogeni o la Triptorelina NON SONO Anticoncezionali e si può uscire appunto incinto o mettere incinta in caso di rapporti tra sessi opposti e fertili;
  3. Le persone LGBTI possono subire stupro o pressioni psicologiche tali da accettare rapporti promiscui con persone del sesso alla nascita opposto anche solo per Omo-Transfobia interiorizzata;
  4. Le leggi attuali sono state scritte il secolo scorso e non hanno nessuna corrispondenza con la realtà né con le conoscenze scientifiche attuali;
  5. La burocrazia, causata dalle leggi attuali, limita fortemente i Diritti Sanitari delle persone LGBTI in particolare Transgender.

Il primo caso inoltre si scontra con la legge 194, scritta solo per le donne, che alla persona in oggetto non si applica perché è già al quinto mese di gravidanza ed il feto è, per quanto sappiamo, sano. Tuttavia se non fosse così, essendo il ragazzo transgender (maggiorenne) riconosciuto come maschio, non vi avrebbe accesso se non (forse) per richiesta urgente al tribunale, con perizia di grave rischio per la sua Salute Mentale.

Detto questo io la penso in positivo. È meraviglioso che finalmente in Italia anche i maschi transgender possano essere liberi di avere figli e saranno sicuramente ottimi genitori!

Dobbiamo tuttavia modificare la legge 194 e sinceramente anche la 164 perché non rispetta il dettato scientifico attuale che ritroviamo nel Consensus internazionale detto SOC-8 pubblicato nel 2022, ma nemmeno nei precedenti Consensus internazionali, scritti tutti dopo il 1984.

Passiamo al secondo argomento, molto più grave, perché abbiamo detto che il clima istituzionale modifica la speranza e la qualità di vita delle persone gender variant, soprattutto quando incide nelle loro vite durante la prima infanzia.

La legge è legge, ma anche il SOC-8, che rappresenta il più avanzato grado attuale di conoscenze scientifiche nel merito, fissa delle linee guida per la tutela delle persone gender variant dividendole in 4 fasce d’età:

  1. Minori prepuberi;
  2. Adolescenti;
  3. Adulti;
  4. Anziani.

I Minori prepuberi sono tali fino all’inizio dell’adolescenza, che convenzionalmente inizia con il cosiddetto Stadio Tanner II.

Tanner era un medico britannico che definì le fasi dell’adolescenza sulla base dello sviluppo fenotipico dei genitali esterni e dei caratteri sessuali secondari. Lo Stadio Tanner I rappresenta tutti i Minori prepuberi e lo Stadio Tanner II rappresenta l’inizio della pubertà. Ovviamente oggi si usano i valori ematochimici degli ormoni sessuali, ma si è lasciato il nome degli stadi di Tanner.

I Minori prepuberi che siano Gender Variant non hanno bisogno di nessuna terapia ormonale per il semplice fatto che non avrebbe nessun effetto, nel caso della Triptorelina, o avrebbe degli effetti dannosi, nel caso di Testosterone ed Estrogeni. La Triptorelina non avrebbe effetto perché è un bloccante di Ormoni quali il GnRH (più esattamente un agonista parziale) che non essendo ancora stati attivati non darebbe nessun effetto. Come mettere l’acqua nell’oceano.

Paradosso vuole, che per i Minori Intersex, invece, i Pediatri consiglino a volte l’uso di Testosterone ed Estrogeni, in perfetta legalità, per forzare il corpo intersessuale e forse, nelle lor fantasie di onnipotenza, l’orientamento sessuale e identità di genere di questi neonati di cui non sanno nulla, verso il Maschile o Femminile binario della maggioranza della popolazione. Errore stimato a volte anche al 30% e danni fisici e psicologici alla famiglia e al Minore Intersex assicurati.

Non si capisce perché nessun politico e nessuna commissione ministeriale impediscano questo scempio, che parte già dalla nascita dei neonati intersex, che per questi fini assurdi subiscono anche Mutilazioni Genitali Chirurgiche. Torniamo al punto dell’uso della Triptorelina prima degli 11-12 anni. È un argomento falsissimo ma comunque da spiegare.

Sappiamo che alcuni minori (non necessariamente gender variant) hanno una pubertà precoce e questi, già dagli anni 80, senza nessuna polemica politica nel merito, ricevono proprio la Triptorelina per evitare quei danni alla propria salute e alla propria estetica (fondamentalmente alla propria altezza da adulti) che deriverebbe dall’iniziare l’adolescenza già dagli 8-9 anni di età.

Di conseguenza anche un Minore Gender Variant che avesse raggiunto lo Stadio Tanner II prima degli 11-12 anni, avrebbe diritto per via della Pubertà Precoce all’uso della Triptorelina. La differenza sta poi nel fatto che nel Minore Gender Variant andrebbe continuato fino ai 18 perché si tratta appunto di Minori Gender Variant, mentre sarebbe sospeso dopo i 12 anni nel caso di Minori con solo problemi di pubertà precoce.

È su questo punto che speculano i politici ignoranti e disperati, che alla ricerca di una visibilità politica o per nascondere il fallimento del proprio governo o del proprio partito, cercano un capro espiatorio tra chi invece questi minori li cura con enorme professionalità e accortezza scientifica.

I Minori Gender Variant prepuberi, abbiamo detto, NON DEVONO AVERE ACCESSO a nessuna terapia ormonale, semplicemente perché non avrebbe nessun effetto sul loro corpo, nel caso della Triptorelina, mentre sarebbe devastante, come purtroppo accade ai Minori Intersex, che invece subiscano Mutilazioni Genitali Neonatali e l’uso di Testosterone ed Estrogeni nel completo silenzio anche della Fnomceo e del Ministero alla Salute.

Se però I Minori Gender Variant arrivano allo stadio Tanner II per Pubertà Precoce prima degli 11-12 anni, abbiamo detto, devono per via della Pubertà Precoce iniziare la Triptorelina.

È nella mancata interruzione poi a 12 anni della Triptorelina che si intende l’uso della Triptorelina al fine dovuto per la gestione dei Minori Gender Variant ormai davvero adolescenti, esattamente come previsto dal protocollo a loro dedicato.

L’adolescenza non è infatti una data cronologica fissa ed uguale per tutte e per tutti, ma un dato scientifico e misurabile, oggi con i prelievi ematici, che continuiamo a chiamare Stadio Tanner II, che può variare da persona a persona. Citiamo en passant gli ultimi due casi.

Da adulti le persone Gender Variant possono usare Ormoni Cross-Sex, secondo diversi protocolli. Da anziani, al momento, i protocolli non prevedono la riduzione degli ormoni, se non per cause di salute diverse, per cui continueranno ad avere un dosaggio di Ormoni Cross-Sex come in età fertile.

Ritorniamo ai Minori prepuberi e agli adolescenti, ma soprattutto al clima di Accoglienza o di Oppressione che si ritrovano ad avere in famiglia, a scuola, nella società o da parte delle istituzioni.

I genitori, anche dei minori intersex, non ricevono informazioni adeguate dai Medici di Base, Ginecologi o Pediatri, perché questi semplicemente non le hanno mai a loro volta ricevute in alcun modo. Solo da un anno esiste un protocollo interministeriale che prevede corsi di Formazione obbligatori in Medicina di Genere. Tuttavia l’aspetto della Medicina di Genere LGBTI, intesa anche come Infermieristica e Psicologia, è presente nell’accordo, ma poco applicata finora in Italia, perché, diciamocelo, non ci sono ancora formatori adeguati.

Al momento solo i professionisti della SIGIS, che afferiscono proprio al Careggi, ed in modo a mio avviso immodesto, noi della AMIGAY aps, abbiamo le competenze nel merito, basate sugli studi internazionali e non sui pregiudizi del caso.

Occorre riflettere che la mancata informazione ai futuri genitori, rispetto alla possibile nascita di figli LGBTI, soprattutto nel caso di Neonati Intersex e Minori Gender Variant, rappresenti tutto sommato un reato di Disinformazione Sanitaria. Le associazioni  e i politici che hanno più visibilità della SIGIS o della AMIGAY aps sono purtroppo quelle che continuano a mistificare la realtà dei Minori Intersex e Gender Variant, creando un clima d’odio intorno a loro e alle loro famiglie.

Dobbiamo responsabilmente proteggere i genitori dei Minori Intersex e Gender Variant affinché le loro vite e quelle preziose dei loro figli e figlie non siano sconvolte dalle mistificazioni a fini politici, che subiamo in modo violento anche attraverso le persecutorie ispezioni ministeriali che ironicamente si autodefiniscono “non punitive”.

Il supporto ai genitori, ma anche agli altri familiari o alle scuole, dove per esempio è possibile attivare la Carriera Alias, come dimostrato da tanti lavori scientifici su questi casi, è fondamentale per creare un clima di Accoglienza intorno ai Neonati Intersex e Minori Gender Variant, che così aumenteranno la loro Capacità di Resilienza e potranno avere, a dispetto delle associazioni omo-transfobiche, una vita serena, lunga e felice.

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