Cordoglio per la morte dell’Avv. Vincenzo Maria Siniscalchi. Difese Mimmo Ronga, il primario “accusato” di aver accettato sangue di un donatore gay.

Claudio Finelli

Si è spento, nella giornata di lunedì 12 febbraio, durante la partecipazione ad un evento dell’Anpi in un cinema di via Kerbaker, nel cuore del Vomero, a Napoli, il celebre avvocato penalista Vincenzo Maria Siniscalchi, già deputato del centrosinistra per ben tre legislature e membro del CSM dal 2006 al 2010.

Uomo di grande cultura e fine giurista – come ricordato anche dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – l’avvocato Siniscalchi si era distinto per aver assunto la difesa di personaggi popolari come Maradona ma anche Franco Califano, Tinto Brass, Vincenzo Scotti e Ciriaco De Mita.

Tra le sue difese, ricordiamo quella del medico Mimmo Ronga che, all’epoca della vicenda kafkiana che lo attinse, agli inizi degli anni duemila, quando ricopriva il ruolo di primario presso il servizio trasfusionale dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli – IRCCS “Fondazione Pascale”, ricevette un avviso di garanzia con l’accusa di aver accettato la donazione di sangue da un soggetto gay (secondo l’accusa, “soggetto a rischio in quanto tale”) e, successivamente, di aver trasfuso il sangue del donatore a una donna, di circa quarant’anni, ammalata di tumore.

Il calvario di Mimmo Ronga durò circa otto anni e nella premessa al libro, scritto dallo stesso Ronga con la giornalista Angela Matassa, “Rinviato a giudizio”, edito da Pironti nel 2012, lo stesso avvocato Siniscalchi spiegò di aver compreso subito che abbracciare la causa di Ronga era stata una giusta battaglia, sia dal punto di vista giudiziario che culturale.

La battaglia culturale a cui faceva riferimento l’avvocato napoletano riguardava evidentemente lo stigma nei confronti delle persone omosessuali ritenute soggetti a rischio per il loro orientamento sessuale come se l’HIV fosse un’infezione che si contrae in virtù del proprio orientamento sessuale e non attraverso comportamenti a rischio.

Grazie alla determinazione dell’avvocato Siniscalchi, lo stimato primario, nel corso di quei drammatici otto anni, riuscì non solo ad essere reintegrato al suo posto ma contribuì in maniera determinante a far  modificare la legge preesistente in materia di donazione di sangue.

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