“Manifestazione a Napoli contro la censura in Rai finisce tra gli scontri: 12 feriti”.

Vincenzo Sbrizzi

È di 12 persone ferite il bilancio degli scontri avvenuti in mattinata a Napoli fuori la sede della Rai di viale Marconi. Sette i manifestanti raggiunti da colpi di manganello e cinque i poliziotti del Reparto mobile e del Commissariato San Paolo che hanno riportato escoriazioni e lievi contusioni. La tensione tra chi era in presidio e le forze dell’ordine è salita quando i manifestanti hanno tentato di esporre uno striscione sui cancelli del Centro di Produzione di Fuorigrotta. La protesta è scattata dopo il comunicato dell’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, letto nel corso di Domenica In dopo che il cantante Ghali aveva detto “Stop genocidio” riferendosi al conflitto tra Israele e Palestina al termine della sua esibizione del brano presentato al festival di Sanremo “Casa mia”. «Siamo stati vittime di una reazione violenta, spropositata e inattesa, colpiti con i manganelli solo per aver tentato di affiggere uno striscione ai cancelli della Rai». A parlare è Mimì Ercolano, sindacalista del Si Cobas che ha spiegato all’Ansa gli attimi che hanno portato al suo ferimento con l’immagine del suo volto insanguinato che ha fatto il giro dei social. «Per fortuna sto bene. Ho mal di testa e una prognosi di cinque giorni, ma sono pronta a scendere anche subito nuovamente in piazza se serve. Stavolta – racconta – davvero non ce lo aspettavamo, eravamo lì pacificamente, armati solo delle nostre bandiere, e invece è finita così. Una reazione spropositata che la dice lunga sul nuovo stile delle questure verso le manifestazioni di piazza». Quanto alle ragioni della protesta, Mimì tiene a spiegare che «non siamo scesi in piazza per Ghali, come è stato sbrigativamente riportato da alcuni media. Lui è simpatico, ma il problema di fondo è l’atteggiamento di una Rai che decide di prendere le distanze dalla parola ‘genocidio’. Il tutto in un clima sempre più pesante di attacco ai salari, di attacco all’agibilità politica, in cui le famiglie non possono mettere il piatto a tavola e i soliti noti lucrano sui conflitti». Durante la manifestazione anche il fotografo del quotidiano “Il Mattino” è stato colpito da un manifestante. L’aggressione, a colpi di casco, è stata ripresa dalle tante telecamere presenti sul posto. Dai frame si vede chiaramente che il fotografo, impegnato sul posto per lavoro, viene colpito alla testa da un casco scagliatogli contro da un manifestante. Il fotoreporter si trovava nella zona cuscinetto tra il cordone della polizia e i manifestanti. «Il bilancio per chi ha chiesto giustizia per il popolo palestinese, la fine dell’occupazione israeliana, il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e ai crimini di guerra dei sionisti israeliani, è di molte manganellate, con teste aperte e molto sangue» sono invece le parole dell’ex sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, presente agli scontri. «C’ero anche io per protestare contro l’uso politico della televisione pubblica da parte dell’amministratore delegato Roberto Sergio che schiera la radiotelevisione pubblica italiana a favore dello Stato d’Israele prendendo le distanze dal cantante Ghali che aveva osato parlare di genocidio – ha aggiunto l’ex sindaco -. Tutti si devono schierare: o con gli oppressi o con gli oppressori. Io starò sempre dalla stessa parte della storia: per la Palestina libera fino alla vittoria» ha concluso de Magistris. Dura la reazione delle opposizioni al governo con i parlamentari che hanno chiesto un’informativa urgente al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. «Il ministro deve venire a riferire subito nell’Aula della Camera sull’aggressione da parte delle forze dell’ordine a dei giovani che manifestavano pacificamene a Napoli contro la guerra israeliano-palestinese – hanno chiesto i parlamentari del Pd, del M5S e di Avs -. Volevano solo mettere uno striscione davanti alla sede della Rai e sono stati malmenati. Il ministro deve rispondere di quanto avvenuto». Intanto la Polizia sta analizzando le immagini video registrate questa mattina all’esterno della sede Rai di viale Marconi a Napoli per individuare eventuali responsabilità tra i manifestanti nel corso degli scontri con le forze dell’ordine. A farlo sapere è la questura che ha anche dato la sua versione dei fatti. «La pressione esercitata dai manifestanti sui poliziotti ha schiacciato i reparti inquadrati verso la recinzione della sede Rai e ciò ha determinato una reazione di alleggerimento che ha chiaramente impedito l’interlocuzione con i manifestanti circa le loro reali intenzioni». Solidarietà agli agenti e all’Ad della Rai è invece arrivata dai partiti di governo. «Vergognoso l’attacco alla Rai a Napoli. Solidarietà all’amministratore delegato per le minacce ricevute e agli agenti feriti negli scontri avuti con chi da una parte parla di pace e democrazia, ma poi affida alla violenza e alla prevaricazione la propria protesta. Il confronto può essere aspro, ma non si possono tollerare simili episodi che devono essere condannati unanimemente, senza se e senza ma”. Questa la dichiarazione dei parlamentari della Lega in commissione di Vigilanza Rai a cui hanno fatto eco i colleghi di Fdi. «Fratelli d’Italia condanna in maniera netta e ferma la violenta manifestazione pro Palestina, che oggi si è svolta a Napoli davanti alla sede Rai. Altro che pace si è trattata di un’iniziativa violenta che si è risolta con un pesante bilancio: 12 feriti tra cui 5 appartenenti alle forze dell’ordine. Basterebbe soltanto questo per rendersi conto di quanto sia stato grave quello che è accaduto oggi a Napoli, ma questo episodio va stigmatizzato anche perché svoltosi davanti all’ingresso di una delle sedi più importanti del Servizio Pubblico in Italia. Un fatto di una gravità inaudita. Ai lavoratori e ai vertici RAI, vittime di questa indegna aggressione, esprimiamo tutta la nostra solidarietà».

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