Continua il tour di E.G.O. con Lorenzo Balducci: con l’ironia dissacriamo anche argomenti più seri.

Claudio Finelli

Dal 22 al 24 marzo, al Teatro Sannazaro di Napoli, torna Lorenzo Balducci, vera e propria icona del mondo Lgbtqia+ sul web, con E.G.O. (extreme game over) il nuovo spettacolo scritto da Riccardo Pechini e Mariano Lamberti che ne firma anche la regia.

La messinscena trae spunto dal celebre quesito di Amleto su cosa ci aspetta al termine della nostra esistenza. Dove cercare la risposta esatta? Nella religione, nella filosofia, nella scienza, nell’arte? O magari proprio nel nostro “E.G.O.”?

In questa nuova stand up comedy, più graffiante che mai, il poliedrico Balducci affronta temi importanti in maniera divertente e dissacrante, passando con disinvoltura da filosofi come Kierkegaard ad una coreografia sulle canzoni di Paola e Chiara.

Lo spettacolo passerà in rassegna le tragicomiche strategie con le quali proviamo ad eludere il pensiero della nostra dipartita. Il registro comico lascerà spazio nella seconda parte dello spettacolo ad una confessione più intima e personale di Lorenzo Balducci sul tema della perdita e di come questa aiuti paradossalmente a ritrovare un senso profondo alla esistenza.

Come nei precedenti spettacoli, E.G.O. si concluderà comunque in maniera scatenata con gli ormai celebri lipsynch di brani famosi che hanno reso Balducci una delle star più amate dal popolo del web.

Per saperne di più, raggiungiamo telefonicamente il regista Mariano Lamberti e Lorenzo Balducci per un’originale “intervista doppia”

Mariano, il tuo sodalizio artistico con Lorenzo Balducci è ormai una costante del teatro italiano, soprattutto per il genere stand up comedy. Com’è lavorare con Lorenzo? Il suo pregio e il suo difetto più grande?

La nostra collaborazione è stata una conquista artistica e umana. Ci conosciamo da oltre un decennio lavorativamente ed umanamente parlando ma è dal nostro connubio teatrale che siamo diventati un team. Lavorare con lui è sempre un’avventura nel senso letterale, esploriamo territori sconosciuti, emotivamente pericolosi per entrambi (le nostre prove sono inondate di commozione), coadiuvate dalla penna brillante e unica di Riccardo Pechini, il mio braccio destro da oltre un trentennio. Il pregio più grande di Lorenzo è la maniacalità che si trasforma in umiltà e dedizione al lavoro (siamo entrambi del segno della vergine), il difetto di Lorenzo, se così si può definire, è la sua timidezza patologica, entrare in intimità con lui è veramente difficile, capisci che ci sei riuscito quando comincia finalmente a “trattarti male”.

Lorenzo, il tuo sodalizio artistico con Mariano Lamberti è ormai una costante del teatro italiano, soprattutto per il genere stand up comedy. Com’è lavorare con Mariano? Il suo pregio e il suo difetto più grande?

Con Mariano ci conosciamo da tanti anni e lavorare con lui è una garanzia, in passato abbiamo lavorato insieme nel cinema ma questo nuovo tipo di collaborazione nel teatro ha aperto un nuovo modo di lavorare insieme, molto più profondo, contraddistinto da un continuo scambio e dal rispetto reciproco. Tra di noi c’è molto ascolto anche se ognuno ha il suo ruolo ben definito. Io mi sono scoperto interprete del suo mondo che poi si fonde con il mio, sul palco. Il suo punto di forza, oltre al talento, è la capacità di essere chiaro nelle sue intenzioni e la capacità di non vedere mai ostacoli ma soluzioni. È poi l’ironia e la bontà d’animo. Il difetto più grande è che si dimentica sempre le cose ovunque, ma non ha niente a che fare con il lavoro. Mariano ha ancora l’animo dell’adolescente e tende a fantasticare e dimenticarsi del mondo reale intorno a lui: è una cosa poietica. E poi è molto testardo. Ma lo sono anche io. I nostri unici scontri sono dovuti alla nostra testardaggine.

Mariano, E.G.O. esplora le ipotesi e le congetture relative alla vita oltre la vita. Come è stato misurarsi con la morte senza perdere di vista l’obiettivo che è anche quello di divertire il pubblico e di mantenere la temperatura brillante della commedia?

Credo fortemente che la vera comicità nasca dalla consapevolezza tragica dell’essere umano della sua finitezza, del suo essere in balia del destino, non c’è materia più ironica e paradossale. Detto ciò con Riccardo Pechini abbiamo lavorato di fino su ogni battuta, su ogni concetto, su ogni sfumatura, siamo molto consapevoli del pubblico che ci segue e si aspetta sempre un messaggio spiazzante. Questa volta abbiamo tentato, forse con successo, dati i primi riscontri, di allargare il nostro pubblico oltre la comunità lgbt che è stata una nostra grande sostenitrice agli inizi e a cui siamo profondamente grati, la morte però è l’argomento più inclusivo che esista e non fa discriminazioni di sesso, età e classe sociale.

Lorenzo, E.G.O. esplora le ipotesi e le congetture relative alla vita oltre la vita. Come è stato misurarsi con la morte senza perdere di vista l’obiettivo che è anche quello di divertire il pubblico e di mantenere la temperatura brillante della commedia?

Il fascino di questo nuovo progetto è proprio rispecchiare l’equilibrio tra la parte più comica e quella più drammatica dello spettacolo, e all’interno di quella comica trovare il tono dissacrante anche sui temi più seri che, se sono veicolati con una battuta, ci consentono di guardare le cose da un altro punto di vista e ci consentono il lusso di poter essere ironici e non avere barriere anche trattando argomenti più seri. Il punto è quello di essere onesti, schietti e graffianti nella comicità e questo ripaga anche nell’esplorazione di tematiche più cupe.

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