L’Osservatorio Nazionale Identità di Genere (ONIG) esprime preoccupazione per quanto stabilito dal Ministero della Salute rispetto alla composizione del tavolo tecnico sulla disforia di genere

@comunicato stampa ONIG

L’Osservatorio Nazionale Identità di Genere (ONIG), unica associazione nazionale che raccoglie le figure professionali e rappresentanti di associazioni a vario titolo interessate al tema dell’identità di genere dal 1998, esprime viva preoccupazione per quanto stabilito nel DM del Ministero della Salute n. 68 del 13.05.24 rispetto alla composizione del “tavolo tecnico di approfondimento in materia di trattamento della disforia di genere”.

Prendiamo atto che la Commissione è stata costituita. Prendiamo atto e facciamo notare che nessuna persona rappresentante di ONIG sia stata inclusa nella suddetta composizione. Rileviamo che il 14.04.2024, ONIG ha inviato alla XXII Commissione Affari Sociali un documento in merito al tema, prodotto su invito della Commissione stessa.

Segnaliamo i punti sottostanti.

1.     Pur essendo presenti alcune figure scientificamente autorevoli, non sono stati specificati i criteri di scelta dei membri, come l’expertise sulla materia e l’esperienza clinica nell’ambito.

2.     Non è chiaro per quale ragione sia stato coinvolto il Ministero della famiglia, la natalità e le pari opportunità, e non siano state interpellate le associazioni di riferimento e le associazioni di famigliari.

3.     Non sono state rispettate le key-reccomendations incluse nell’Issue Paper pubblicato dalla Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa[1]:

– n. 14: “Consultare e coinvolgere le persone trans e le loro organizzazioni quando si sviluppano misure legali e politiche che li riguardano.” In particolar modo rispetto alle persone adolescenti e giovani si sottolinea la necessità di coinvolgere le associazioni di riferimento e le associazioni dei famigliari di queste persone. 

– n. 6: “Assicurarsi che le persone trans abbiano un accesso efficace e libero dallo stigma ai servizi sanitari trans-specifici, inclusi i percorsi psicologici, endocrinologici e chirurgici, senza che sia richiesta una diagnosi di disturbo mentale, in linea con l’ICD-11 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Assicurarsi che l’assistenza sanitaria trans-specifica sia fornita sulla base di un consenso libero e informato, che sia coperta da programmi di assicurazione sanitaria pubblica in accordo con le leggi nazionali, e che sia decentralizzata, adattata alle condizioni individuali di salute della persona, fornita da professionisti sanitari qualificati, e senza discriminazione”

4.     Non è stato creato un Advisory Group composto da stakeholders, associazioni di riferimento e associazioni di famigliari.

Chiediamo al più presto che vengano forniti chiarimenti sul piano tecnico-scientifico in merito ai punti qui segnalati.

Ci riserviamo di segnalare la situazione a tutte le Associazioni, così come alle Istituzioni e nazionali e internazionali.

  1. Council of Europe Commissioner for Human Rights (2024). Issue Paper on human rights and gender identity and expression.
    March 2024, https://rm.coe.int/issue-paper-on-human-rights-and-gender-identity-and-expression-by-dunj/1680aed541

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