Sabato 1° giugno, l’Onda Pride arriva a Savona. Lazzaro (Arcigay Savona A.P.S.): Ci auguriamo di scardinare il torpore che caratterizza la nostra città

Claudio Finelli

Sabato 1° giugno, l’Onda Pride arriva a Savona: per la città ligure si tratta della sua prima volta. C’è dunque grande attesa in città per questo momento di colorata visibilità della comunità Lgbt+ che è stata peraltro anticipata dalla bellissima mostra di Arcigay “SAVONA PRIDE/ Una comunità in mostra” dedicata alla storia della comunità Lgbtqia+, che ha avuto luogo dal 6 al 21 aprile presso la Fortezza del Priamar.

Per saperne di più sul Savona Pride, contattiamo telefonicamente Domenico Lazzaro, Presidente di Arcigay Savona A.P.S.

Il prossimo 1 giugno, l’Onda Pride 2024 arriva a Savona. Quali saranno i contenuti politici del vostro Pride? Quali gli ospiti che prenderanno parte alla manifestazione e quale l’eventuale madrina? Ci sarà una parte “ludica” o un party conclusivo?
Il Savona Pride, stato organizzato da Arcigay Savona e Please Savona Rainbow, è uno spazio sicuro ed inclusivo dove tutte le persone sono benvenute, rispettate e valorizzate, e per questo motivo condanna tutti i crimini d’odio ed ogni forma di discriminazione basata su età, genere, orientamento sessuale ed etnia, includendo grassofobia, abilismo, sessimo, fascismo e militarismo.

Riconosciamo e denunciamo anche la matrice intersezionale delle discriminazioni che subiamo, ovvero la compresenza di diversi fattori discriminanti come il genere, etnia e l’orientamento sessuale che in una società impediscono a pieno la capacità di autodeterminarsi. Denunciamo, inoltre, il sistema patriarcale, che crea squilibri di potere e controllo sugli altri, reprimendo l’emotività e l’autodeterminazione, fino a favorire forme di violenza estrema come il femminicidio. Rivendichiamo la proprietà dei nostri corpi, la libertà di scegliere come e se abortire e la possibilità di intraprendere un percorso di affermazione di genere.

Rifiutiamo ogni forma di violenza, verbale e fisica, inclusi tutti gli scontri armati che in occidente come in oriente, hanno condotto a morte e sofferenza, come abbiamo visto succedere in Ucraina e in Palestina. Similmente denunciamo tutte le sanzioni penali, fino alla pena di morte, che ancora oggi colpiscono la comunità LGBTQIA+ in diverse nazioni.

In questa giornata, con forza e orgoglio chiediamo:

– Che l’amore tra persone dello stesso sesso riceva un riconoscimento più significativo delle sole ‘Unioni Civili’, estendendo a tutte le persone il diritto al matrimonio egualitario;

– Il diritto all’adozione piena per le persone della Comunità LGBTQIA+, alla procreazione medicalmente assistita e al riconoscimento della prole alla nascita per le persone della comunità LGBTQIA+;

– La possibilità di poter scegliere il genere neutro nella carta d’identità o nei documenti ufficiali;

– Che sia garantito l’accesso alle prestazioni sanitarie richieste dalle persone trans* che intendono avviare un percorso di affermazione di genere medicalizzato, che queste siano erogate da personale formato e che vengano applicate le linee guida internazionali in materia di tutela delle persone trans*;

– Che il riconoscimento dell’identità di genere delle persone sia sempre più legato all’autodeterminazione personale, libero da ostacoli e gatekeeper e accessibile anche per le persone in situazioni economiche svantaggiose;

– Che la politica smetta di speculare sulla pelle delle persone trans*, in particolar modo minorenni, per puro calcolo politico e senza nessun rispetto per l’evidenza scientifica;

– Di attivare la carriera alias nelle scuole, nelle istituzioni e nei posti di lavoro;

– Un’educazione nelle scuole basata sul linguaggio inclusivo, sull’educazione sessuale e affettiva, e sul consenso, in linea con i principi dell’Equity, Diversity ed Inclusion;

– Che Savona diventi un luogo sicuro, dove nessuna persona si senta discriminata in alcun luogo, e chiunque possa vivere godendo liberamente del proprio amore e dei propri diritti fondamentali;

– Di poterci sentire tutelat* dalle forze dell’ordine che purtroppo, a causa di un gruppo minoritario che in servizio compie abusi di potere nei confronti di altr* collegh* e minoranze – compresa la comunità LGBTQIA+, minacciano la nostra percezione di sentirci al sicuro nel rivolgerci alle forze dell’ordine;

– Che il Sistema Sanitario Nazionale Italiano investa nella formazione del personale sanitario affinché siano più preparati e sensibili nella gestione dei processi di cura che riguardano le persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+, in linea con una visione biopsicosociale della salute, ed evitando di attribuire alle stesse etichette discriminanti;

– Di sensibilizzare sul tema delle malattie “invisibili” come la vulvodinia, che per anni sono state etichettate come condizioni dettate dalla ‘follia’, ma che ad oggi la letteratura scientifica riconosce come disordini invalidanti del dolore in area genitale a lungo termine;

– Di continuare a cambiare la narrazione sul tema della salute sessuale e delle infezioni sessualmente trasmesse, smontando la retorica colpevolizzante e stigmatizzante che anni fa ha portato la comunità LGBTQIA+ ad essere ritenuta unica responsabile della diffusione dell’HIV e diffondendo i valori del safer sex, del diritto al piacere e del consenso;

– Maggiore sensibilizzazione ed inclusione su neurodivergenze e limitazioni funzionali, che ad oggi ancora subiscono gli effetti di una stigmatizzazione che impatta la qualità di vita di queste persone;

– Che le aziende sanitarie locali e il Ministero della Salute si impegnino per garantire maggiore accessibilità alle persone con limitazioni funzionali, che si vedono spesso private di ogni forma di supporto (fisico, sociale, economico e sanitario).

La Parata del Primo giugno sarà anticipata da vari eventi durante tutta la settimana, una Pride Week con eventi, proiezioni cinematografiche, mostre fotografiche e DJ set.

A fine Parata seguirà il Mani Show, uno spettacolo in Piazza Eroe dei due Mondi con la partecipazione di Daphne Bohémien, Cancro, Lalique Chouette, Hellsi, Motel Transilvania, Lovecats, Betty Please, Ladi Tolemaide, 4Tune e i djset di Dalida, Ellenbeat e Jack Briatore. Saranno presenti diversi truck di street food.
A seguire il party conclusivo “After SavonaPride” a cura di ClubEuphoria, presso Elite Club in via Libero Briganti, 29 R Savona da mezzanotte.
Il Savona Pride non ha una madrina, ma è stato organizzato in ricordo di Penelope Please, drag queen, performer e attivista che con dissacrante ironia e creatività esplosiva ha fatto molto per la comunità LGBTQIA+ Savonese.

Come è accolto dall’amministrazione e dalla società civile il Savona Pride? Quali sono le vostre aspettative? Avete incontrato criticità nell’organizzazione?
Fin da subito l’amministrazione si è resa disponibile collaborando con le due associazioni promotrici Arcigay Savona A.P.S: e Please Savona Rainbow A.P.S. concedendo anche il patrocinio. Anche comuni limitrofi hanno dato il patrocinio al Pride: Albissola Marina, Stella e Spotorno. Molte realtà associative ci hanno sostenuto in questo percorso e saranno presenti. Ci aspettiamo che la società civile partecipi alla Parata e allo spettacolo finale!

Quali sono le principali sfide che la comunità LGBTQ+ affronta nella vostra città?
Ci auguriamo di poter scardinare il torpore che caratterizza la nostra città, c’è bisogno di novità per rendere Savona più vivace e dinamica sia da un punto di vista culturale che sociale. Per questo ci proponiamo come attori di un rinnovamento che sia attrattivo per le persone LGBTQIA+, affinché molt* giovan* non si sentano costrett* a lasciare la città.

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