Il Roma Pride celebra trent’anni d’orgoglio. Colamarino (portavoce Roma Pride): vogliamo sia chiaro alla politica che non staremo a guardare.

Claudio Finelli

1994-2024: il Roma Pride celebra trent’anni di orgoglio. Sabato 15 giugno, l’Onda Pride arriva nella capitale e, come si legge nel manifesto politico, lo fa dando voce all’orgoglio radicato in una storia di coraggio e resistenza: Il Roma Pride da sempre è più di una celebrazione. Da 30 anni la nostra parata è un atto di resistenza, un rifiuto deciso di arretrare, di lasciare anche solo un centimetro di spazio, di cederlo all’ignoranza e concederlo all’odio”. Ancora dalla lettura del manifesto politico apprendiamo che: “Il Roma Pride si schiera fermamente contro ogni forma di guerra e oppressione ed esprime la propria vicinanza e solidarietà a tutte le persone che vivono in contesti di conflitto. Le guerre sono la scelta del potere e di chi governa, ma a pagarne le conseguenze sono le popolazioni civili. Condanniamo con forza la catastrofe umanitaria in corso a Gaza che sta provocando innumerevoli vittime tra la popolazione palestinese. Chiediamo il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi, la protezione dei diritti umani e un processo di pace basato sulla soluzione di due popoli, due Stati. Allo stesso modo, esprimiamo solidarietà al popolo ucraino che combatte contro l’invasione russa. Infine, rigettiamo ogni strumentalizzazione dei simboli e dei diritti LGBTQIA+ come strumenti retorici di propaganda bellica. Lottiamo per la pace, il rispetto dei diritti umani e la solidarietà verso tutti i popoli oppressi”. 

Tantissimi gli appuntamenti culturali e ricreativi che si susseguono, già dal 1° giugno, sulla Pride Croisette, a viale delle Terme di Caracalla con ingresso libero dalle 18:00 alle 02:00, una croisette inaugurata, quest’anno, dalla partecipazione straordinaria di Patty Pravo. Per citarne solo alcuni degli eventi della Pride Croisette: l’aperitivo con Simonetta Musitano (domenica 2 giugno alle 18:00); il talk con Elly Schlein (domenica 2 giugno alle 21); il talk “La Babele dei diritti” con Corrado Augias (Lunedì 10 giugno alle 21:00); la presentazione del libro “A te vicino così dolce” di Serena Bortone (martedì 11 giugno alle 20:00); lo spettacolo Fiesta con Fabio Canino e Mariano Gallo (giovedì 13 giugno alle 21:30); lo spettacolo Maschie delle Karma B (venerdì 14 giugno alle 21:30); il Party Muccassassina (venerdì 14 giugno alle 23:00).

Il Party ufficiale avrà luogo, sabato 15 giugno al Rock in Roma – Ippodromo delle Capannelle. Per saperne di più su questa scintillante edizione del Roma Pride, contattiamo telefonicamente Mario Colamarino, portavoce Roma Pride

Mario, il prossimo 15 giugno, l’Onda Pride 2024 arriva a Roma. Quali saranno i contenuti politici del vostro Pride? Quali gli ospiti che prenderanno parte alla manifestazione e quale la madrina? Ci sarà una parte “ludica” o un party conclusivo?
Il Pride 2024, a partire dallo slogan di quest’anno, 30 anni di orgoglio, parte della rivendicazione della storia della comunità LGBT di fronte a quello che possiamo definire il nostro interlocutore, ovvero il governo Meloni in carica. Ci troviamo in un vero e proprio stato di emergenza politica e il gesto stesso di sfilare per le strade di Roma, riappropriarci degli spazi urbani e ricordare a tutt3 la nostra esistenza è un modo per ribadire l’importanza dell’atto di resistenza politica e civile inaugurato 3 decadi fa. I contenuti politici vanno dalla lotta per il riconoscimento delle famiglie arcobaleno, sotto attacco con il disconoscimento degli atti di nascita, alla salvaguardia delle persone transgender, in special modo quelle più giovani, e del loro diritto all’autodeterminazione. Ma nel manifesto politico del Roma Pride trovano spazio temi come la necessità di ostacolare ogni pratica di conversione, la richiesta dell’introduzione dell’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, il diritto all’accesso alla salute per tutte e tutti, nonché come sempre la rivendicazione di valori fondanti come l’antifascismo, l’antirazzismo e il transfemminismo. Quello che vogliamo sia chiaro alla politica è che non staremo a guardare ma continueremo a rivendicare i nostri diritti.
Alla parata prenderanno parte numerosi rappresentanti delle istituzioni e dell’amministrazione cittadina, tra cui presidenti di municipio e lo stesso sindaco Gualtieri, oltre alla segretaria del PD Elly Schlein. Madrina di quest’anno è Annalisa, che porta “in dote” la sua canzone Sinceramente come inno del Pride. Per la serata di sabato 15 giugno è infine previsto il party Rock Me Pride presso l’Ippodromo delle Capannelle.

Come è accolto dall’amministrazione e dalla società civile il Pride? Quali sono le vostre aspettative? Avete incontrato criticità nell’organizzazione?
Siamo in ottimi rapporti con l’amministrazione romana, con il sindaco Gualtieri e il suo staff, oltre che con assessori e consiglieri – ricordiamo per esempio l’introduzione di un ufficio per i diritti LGBT+ coordinato egregiamente da Marilena Grassadonia. Per cui c’è stata molta disponibilità e collaborazione, sentiamo una grande vicinanza nella lotta a ogni tipo di discriminazione, per la quale sono stati fatti molti passi in avanti.
La società civile, oramai lo dimostrano anche i sondaggi ma in generale il sentire comune, è dalla nostra parte e appoggia le nostre battaglie, d’altro canto l’informazione a proposito è più capillare di una volta e finalmente c’è una maggiore consapevolezza, anche a livello meramente statistico.
Dopo il ritiro del patrocinio da parte della Regione Lazio nel 2023 abbiamo evitato di richiederlo nuovamente quest’anno, per evitare il miserabile teatrino – l’accusa di aver nascosto le rivendicazioni in merito alla Gpa dal manifesto – dietro il quale si vedeva distintamente l’ombra dei Provita.

Quali sono le principali sfide che la comunità LGBTQ+ affronta a Roma?
Come ogni grande città Roma propone tante opportunità e allo stesso tempo alcune criticità, proprio per le grandi dimensioni, si acuiscono. Esistono tanti luoghi di incontro, centri antidiscriminazione (ormai quasi ogni Municipio ne ha uno), non è difficile diventare attivisti, però è indubbio che rimane ancora tanto da fare. I casi di omo e transfobia sono purtroppo ancora troppi e non possiamo nasconderci che la destra più retrograda ha grandi sacche di resistenza nella capitale. Le sfide della comunità LGBT quindi sono quelle di arrivare al maggior numero di persone possibili, interloquire con le istituzioni ed effettuare quanto più possibile quel lavoro di pressione indispensabile per ottenere dei risultati politici.

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