Migliaia in piazza a Roma per il 17 maggio. L’intervista a Rosario Coco
Una mobilitazione che segna l'inizio di una nuova stagione di lotta e alleanze per la comunità LGBTQIA+ in Italia.

Sabato scorso, 17 maggio, Roma è stata teatro di una significativa mobilitazione per i diritti LGBTQIA+, con migliaia di persone e tante associazioni che si sono date appuntamento a piazzale Ostiense. L’iniziativa, promossa dalla “Strada dei Diritti“, ha voluto riportare l’attenzione sui temi cruciali per la comunità arcobaleno in un momento di attacchi crescenti da parte di questo Governo e della maggioranza parlamentare che lo sostiene.
Abbiamo raccolto il bilancio e le riflessioni di Rosario Coco, board member di ILGA e tra i promotori dell’iniziativa con Gaynet, ad una settimana esatta dall’evento. Di seguito, le sue parole.
In foto Rosario Coco con mappa di ILGA Europe
Innanzitutto, proviamo a fare un bilancio, a qualche giorno di distanza, come è andata la manifestazione di sabato? C’è stata la risposta attesa?
“C’è stata una risposta importante, specialmente da diversi territori che si sono mobilitati venendo da fuori. Forse ci aspettavamo di più, ma dobbiamo entrare in un’ottica di realismo: il tema LGBTQIA+ in questo momento non è nell’agenda mediatica e politica del Paese. Tocca a noi da qui ai prossimi mesi e anni farvelo rientrare. Basti pensare che quest’anno Giorgia Meloni ha scelto il silenzio per il 17 maggio, in linea con la nuova strategia della destra dal mese di gennaio: ignorare qualsiasi episodio di omolesbobitransfobia, evitare anche la solidarietà di facciata e, quando è possibile, mettere in dubbio e annacquare la motivazione omofoba delle aggressioni. Credo che sabato sia iniziata quella tempesta che riporterà l’arcobaleno nel Paese, attraverso una mobilitazione costante e continua nei territori e nelle grandi città, che deve accompagnarci nei prossimi anni.”
Quali sono state le istanze principali della manifestazione? Quali le maggiori criticità emerse, anche organizzative?
“La nota positiva è stato il fatto che il movimento si è compattato dietro le collettività più colpite, le persone trans erano gli Arcobaleno. Abbiamo chiesto che si sciolga subito il tavolo sulla cosiddetta disforia di genere, creato senza minimamente coinvolgere in qualità di stakeholder la realtà Trans; abbiamo chiesto che si ritirino i ricorsi in tribunale contro le Famiglie Arcobaleno, e oggi la sentenza della corte sul riconoscimento di figli e figlie alla nascita per le coppie di donne ci dà ulteriormente ragione; abbiamo chiesto che si interrompa l’invasione dei pro vita nei consultori e si garantisca il diritto all’aborto; abbiamo chiesto che si vietino per legge le pratiche di conversione, che si riconoscano i crimini d’odio, che si assicuri l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole senza parlare in modo assurdo di consenso dei genitori. Siamo infine schierati per la difesa degli spazi democratici, contro ogni autoritarismo. Una nota positiva è stata l’ampia adesione delle realtà alleate, a partire dalla rete contro il decreto sicurezza e dai movimenti per i referendum. Abbiamo il dovere di coltivare queste alleanze, costruendo una presenza arcobaleno in tutte le manifestazioni sociali e per i diritti che verranno da qui ai prossimi mesi e anni.
In foto Loredana Rossi (Associazione Trans Napoli)
A livello organizzativo, abbiamo dovuto fare i conti con una giornata complessa, tra la manifestazione di Milano contro il ‘remigration summit’, altri eventi in altre città italiane e nella stessa città di Roma. Si trattava tuttavia della prima manifestazione di questo genere per il 17 maggio, che è stata documentata da ben due TG nazionali. Si può dire che la comunicazione sulla giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia è stata fatta da Mattarella e dal movimento LGBTQIA+. Speriamo che dopo la nostra richiesta di incontro, il Quirinale possa risponderci presto.”
In piazza c’erano alcune istituzioni, il Comune di Torino per la rete Ready, il Comune di Napoli, entrambi con assessori delegati dai rispettivi sindaci, l’osservatorio LGBTQIA della Regione Campania e qualche municipio della Città di Roma. Come mai il Sindaco Gualtieri non c’era?
“Il Sindaco ha ospitato la mattina del 17 maggio l’assemblea della rete RE.A.DY in Campidoglio e pur non essendo fisicamente presente ha espresso pieno sostegno alla manifestazione e alle sue istanze. Le realtà romane lo aspettano come tutti gli anni al Roma Pride.”
Possiamo dire che l’evento di sabato apre di fatto la lunga stagione Pride in Italia o è altro e in tal caso perché è altro dai Pride?
“Che la apre di fatto lo dice il calendario. Gli intenti però sono diversi. La manifestazione di sabato è stata pensata per scendere in piazza in un giorno in cui istituzioni, media e politica parlano di noi spesso, magari dicendo che in Italia l’emergenza omofobia non c’è. Si trattava di occupare uno spazio di visibilità mediatica e politica e sottolineare che dal 2025, l’internazionale nera contro di noi ha cambiato marcia ed è sempre più minacciosa. Abbiamo visto cosa sta facendo Trump e cosa sta succedendo a Budapest. In questa situazione serve uno slancio nuovo, una mobilitazione che prosegua tutto l’anno anche dopo l’onda Pride.”
Per “La Strada dei Diritti”, quali sono i prossimi obiettivi e appuntamenti?
“Va ribadito che io rappresento solo una delle oltre 40 realtà che hanno sottoscritto il manifesto ‘La Strada dei Diritti’. ‘La Strada dei Diritti’ non è una federazione o un’associazione di associazioni, è un manifesto politico di 8 punti ed è uno spazio di confronto e di coordinamento del movimento LGBTQIA+, che in questo caso ha prodotto un’azione collettiva. Dal 2021, quando è nato, sono state realizzate diverse azioni politiche sostenute anche solo da una parte delle realtà al suo interno. Questo è normale, perché il nostro movimento è fatto di realtà diverse, fatte per attraversare spazi diversi e realizzare azioni politiche e di advocacy differenti. L’auspicio è che nei momenti cruciali si riesca ad agire in maniera collettiva, come accaduto per questa piazza. Il tema adesso è essere in tutte le piazze che si oppongono all’autoritarismo, condividere le nostre istanze con la società civile che definiamo progressista, perché nulla è scontato, e fare in modo sin da ora che alla prossima tornata elettorale nazionale tutti i partiti di centro-sinistra arrivino pronti e consapevoli sulla nostra agenda, senza quella ambiguità che finora ha frenato l’avanzamento dei diritti in Italia e ci relega al 35º posto della Rainbow Map di ILGA Europe.”
intervento di Rosario Coco in piazza
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