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Raid israeliano sull’Iran, italiani bloccati a Tel Aviv: parla Antonello Sannino dal bunker

Bloccati in un bunker a Tel Aviv cinque italiani, tra cui l’attivista Antonello Sannino, dopo il raid israeliano contro siti nucleari in Iran. La Farnesina al lavoro per il rientro.

Raid israeliano sull’Iran, italiani bloccati a Tel Aviv: parla Antonello Sannino dal bunker

Cronaca, Diritti civili, News, Politica, religione e fede

13 Giugno 2025

Di: Fabiano

Antonello Sannino, presidente Antinoo Arcigay Napoli, è bloccato a Tel Aviv a causa di un recente raid israeliano sui siti nucleari in Iran avvenuto nelle scorse ore. L’attacco apre così un nuovo fronte in Medio Oriente sostenuto anche dal presidente Donald Trump che si congratula con Netanyahu per il raggiungimento degli obiettivi definendolo “eccellente”.

L’attivista napoletano si trova in queste ore a Tel Aviv in occasione del Pride e per una missione istituzionale quando l’attacco ha portato un nuovo caos in un momento già delicato. Tutto è stato annullato. L’Iran minaccia una pesante risposta e per questo i cinque italiani sono al riparo in un bunker. La Farnesina si sta mobilitando ma ci vorrà del tempo per rendere nuovamente operativi gli aeroporti israeliani e organizzare il rientro.

La situazione è delicata. Lo spazio aereo è chiuso. La Farnesina e la Regione Campania si stanno mobilitando per far rientrare i nostri connazionali sani e salvi. Nel frattempo, però abbiamo ricevuto un videomessaggio di Antonello Sannino che tranquillizza tutti sulle loro condizioni di salute:

Stiamo bene e al sicuro ma siamo preoccupati per la situazione… Siamo qui cinque italiani, una delegazione europea per una missione voluta dal Ministero degli Affari Esteri Israeliani, abbiamo incontrato le associazioni LGBT e attivisti israeliani e arabo-palestinesi. Siamo stati anche a Nova dove c’è stato l’attacco di Hamas il 7 ottobre e abbiamo visto cose molte forti con i nostri occhi. Ringrazio il Presidente De Luca e quanti in queste ore ci stanno contattando e si stanno impegnando per farci rientrare il prima possibile. Siamo costantemente in contatto con la Farnesina, la nostra ambasciata e il Ministero degli Affari Esteri Israeliano che ci sta dando tutto il supporto necessario. La cosa più importante adesso è che riusciamo a rientrare il primo possibile e che arrivi il prima possibile la pace”.