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I Cipria, quarant’anni di travestimenti, risate e rivoluzioni

Da quarant’anni Lorenzo Penniello e Massimo De Luca reinventano il cabaret, trasformando il travestimento in linguaggio politico e la risata in atto di resistenza.

I Cipria, quarant’anni di travestimenti, risate e rivoluzioni

Cultura Queer, Musica e teatro

13 Ottobre 2025

Di: Nicola Garofano

C’è una risata che scardina le convenzioni, che non chiede permesso, che osa. Quella de I Cipria, duo cabarettistico formato da Lory (Lorenzo Penniello) e Simona (Massimo De Luca), è proprio così: una risata irriverente, carnale, popolare e allo stesso tempo profondamente colta. Da oltre quarant’anni questi due artisti della scena, precursori inconsapevoli dei Pride quando ancora il termine “visibilità” non faceva parte del lessico collettivo, portano in giro un’idea di comicità che è anche un manifesto di libertà.

Un tempo li chiamavano “travestiti” o “femminielli“. Loro, con ironia feroce e intelligenza teatrale, rispondevano travestendosi ancora di più. Interpretavano donne potenti, dive e icone televisive con una grazia sfrontata, imponendo la propria identità al pubblico e alla società. “Noi non volevamo scandalizzare,” direbbero oggi, “ma semplicemente esserci”. E così, tra parrucche e tacchi, I Cipria hanno costruito una grammatica dell’ironia queer molto prima che la parola “queer” fosse di moda.

Lory, Nunzio e Simona nello sketch “Forum”.

Questo weekend, al Teatro La Casa del Fanciullo di Torre del Greco I Cipria sono tornati con un “Best of” irresistibile dei loro sketch più celebri. Una carrellata di parodie televisive e numeri musicali in cui la memoria incontra la contemporaneità. Sul palco si alternano Forum, C’è posta per te, e altre parodie sui programmi tv dove arriva ospite anche la regina Camilla Parker Bowles, con una improbabile traduttrice interpretata da Lory, una traduzione al limite del geniale, così veloce, con mille parole al secondo e, soprattutto, divertentissima e credo sia l’unico al mondo capace di fare questo numero. Poi arrivano Renato Zero, interpretato da Simona in un playback impeccabile, e Cher, riprodotta da Lory con un mix di autoironia e devozione da fan incallito. Sul palco con Lory e Simona anche Salvatore Majorino, Errico Tesoriero e Rosa Di Somma che si sono alternati nei vari sketch.

Simona in Renato Zero e Lory in Cher.

Ogni performance è uno specchio deformante del nostro tempo: ridiamo, ma dentro quella risata c’è tutto, la televisione che ci ha cresciuti, il kitsch come linguaggio, la parodia come sopravvivenza. In un mondo che spesso pretende spiegazioni, I Cipria hanno scelto un’altra strada: fare politica senza mai salire su un podio, ma dal basso, tra il pubblico, con la forza disarmante del comico. Le loro risate sono state, e restano, un atto di attivismo inconsapevole ma potente, una pedagogia del sorriso. Hanno insegnato che si può essere femminielli, travestiti, queer o semplicemente umani, e che in quella diversità non c’è scandalo, ma arte.

Il nostro pubblico è eterogeneo,” diceva Lory in un’intervista storica. “Dalla pseudofintochic tipo Joan Collins alla pensionata da trecento euro mensili. I benpensanti si scandalizzano, i popolani ridono. E noi siamo felici così.” È questa la loro forza: una comicità che unisce mondi e linguaggi, che parla tanto alla signora in pelliccia quanto al ragazzo queer della provincia.

Non si può parlare de I Cipria senza ricordare Nunzio Leone, il terzo componente storico del gruppo, scomparso diversi anni fa. Nunzio era “il tuttofare e sempreinscena”, come lo definivano con affetto: mente brillante, corpo scenico, anima del trio. La sua presenza aleggia ancora sul palco, tra una battuta e un playback, come un applauso silenzioso che non finisce mai.

Nunzio Leone

Oggi, quando si parla di comicità queer, si pensa a stand-up raffinati, ai grandi special di Netflix, alle battute sui pronomi e sulla fluidità. Ma prima di tutto questo, c’erano loro: con i lustrini di una periferia partenopea, i vestiti improvvisati e la lingua del popolo. E in quella lingua, nella loro “napoletanità fluida”, c’era già tutto: l’orgoglio, la satira, la rivolta, la voglia di non chiedere il permesso per esistere. Perché, come ogni vero comico sa, la risata è un atto d’amore. E I Cipria, da quarant’anni, amano il loro pubblico senza riserve. Restituendo, ogni volta, un po’ di libertà sotto forma di sorriso, con il loro umorismo arguto, coinvolgente e autoironico mai banale.

Simona, Lory, Errico Tesoriero e Rosa Di Somma dietro le quinte del nuovo spettacolo

Nei prossimi giorni RadioPride pubblicherà anche una loro videointervista sui suoi canali social.